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      Questo titolo potrebbe darsi a ogni libro sui caratteri nazionali, e ciò che si vede di solito sono gli intellettuali e ciò che non si vede sono specialmente i contadini che pure, come la maggioranza della popolazione, sono essi proprio la «nazione», anche se contano poco nella direzione dello Stato e se sono trascurati dagli intellettuali (a parte l'interesse che desta qualche tratto pittoresco). Cosí avvengono poi i fenomeni delle «grandi paure» come quella del 1789-90 in Francia, quando i contadini si sollevano: essi operano come forze misteriose, sconosciute, come forze elementari della natura e destano il panico dei terremoti o dei cicloni.
      Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      220.
     
      26 ottobre 1931
     
      Carissima Tania,
      oggi non ti potrò scrivere molto a lungo. Mi sono levato da letto con la febbre e ancora mi dura; ha fatto (e continua) un paio di giorni di scirocco che ha reso tutto fradicio. Ma spero di scriverti ciò che è indispensabile. Mi sono proprio persuaso che tutto questo malessere dipende da disturbi intestinali diventati cronici e che se non riesco a vincerli o ad attenuarli, a nulla mi gioveranno ricostituenti o altre cose del genere. Ciò che mi fa passare completamente la febbre è il non mangiar nulla, ma questa non è una cura che possa durare a lungo. Qualsiasi cibo, dopo pochi giorni, riproduce le stesse manifestazioni di quelli precedenti. Ci sono poi delle complicazioni di altro genere, determinate dal mio organismo: è certo che i dolori agli organi della respirazione sono determinati dalla pressione degli organi della digestione che si gonfiano qualsiasi cosa mangi, il latte anzi è proprio il cibo che piú produce gonfiore.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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