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      Col primo dell'anno vedrò di abbonarmi ad un altro giornale, per es. alla «Tribuna», per vedere se può trovarsi una maggiore organicità e coerenza. Cosa mi puoi suggerire? Ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      224.
     
      16 novembre 1931
     
      Cara Teresina,
      ti ringrazio di avermi scritto. Non ricevevo notizie da piú di un mese. Attendo la lettera della mamma che mi annunzi. - Se zio Zaccaria verrà a trovarmi, lo vedrò volentieri, ma credo che non verrà. Da quanto tempo non lo vedo? Non me ne ricordo piú. Ho di lui dei ricordi molto vaghi, di quando egli era molto giovane ed io un ragazzo: credo che ora debba molto rassomigliare a zio Achille, forse un po' piú ingentilito e lisciato dalla vita di città, non so però se altrettanto simpatico. - Ma chi adesso può fare il pane in casa? La mamma no, tu neppure perché avrai molto lavoro d'ufficio; Grazietta non potrà bastare a tutto; non riesco più a immaginare come sia concretamente la vostra vita. - La frase: «Una nave che esce dal porto, ballando con passo scozzese - è lo stesso che prendere un morto e pagarlo alla fine del mese» - non è un indovinello, ma una bizzarria senza significato che serve per prendere in giro quei tipi che affastellano parole senza senso credendo di dire chissà quali cose profonde e di misterioso significato. Cosí avveniva a molti tipi di villaggio (ti ricordi il signor Camedda?) che per fare sfoggio di cultura, raccattavano dai romanzi popolari delle grandi frasi e poi le facevano entrare a dritta e a traversa nella conversazione per far stupire i contadini.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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