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      - Mi ha scritto mia madre, raccomandandomi di ringraziarti perché hai contribuito alla confezione del pacco che dovrebbe arrivarmi per Natale: sai che mammà ogni volta che mi scrive di te ti chiama «santa creatura»? Penso che, nonostante tutto, ciò non deve dispiacerti, a prescindere dal linguaggio religioso, perché mia madre è proprio una brava mamma; e del resto, tu meriti tutto il suo affetto come hai tutto il mio. Qualche volta forse ti sembrerà che io sia poco affettuoso con te, e che anzi mi compiaccia di essere stizzoso e agro: ti prego di credere che si tratta di un modo esteriore dei miei rapporti con i familiari, dovuto a tutta una abitudine del passato; si può dire che dai 13 anni in poi io ho vissuto isolato, mentre ero portato molto alla socievolezza e alla tenerezza; per sembrare forte, piú forte di ciò che non fosse compatibile con la mia età, mi feci un abito esterno di freddezza ecc. di cui non sono poi mai riuscito a liberarmi e forse neanche ad attenuare. - Non ho ricevuto il fascicolo di settembre-ottobre della «Riforma Sociale»; vuoi scrivere alla Libreria pregando di procurarmelo? - Ti ricordi della signora Malvina Sanna, alla quale, da parte mia, scrivesti due volte nel 29 e nel 30? Mi ha scritto una cartolina postale che però non mi è stata consegnata e che perciò non so cosa contenesse. Se ricordi il suo indirizzo (deve essere Corso Indipendenza, Milano, ma non so il numero) scrivile due righe ricordandole che questa volta il suo scritto, a differenza delle altre volte, non mi è stato consegnato, e che pertanto non posso rispondere a quanto ha scritto nemmeno per tuo mezzo.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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