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      Il segno h che serve per il chi, che non serve invece per il gni, gne ecc. e non serve per il sci, sce a differenza del portoghese che scrive nh e dell'inglese che scrive sh. Cosí è del suono j francese; per riprodurre in ortografia italiana il suono j che esiste in sardo meridionale si è adoperato il x, ma con l'effetto che tutti pronunziano cs il j (come Simaxis, che viene pronunziato Simacsis e non Simajis). D'altronde la «Slavia» e altre case fanno un tale abuso di j italiane per trascrivere le i russe che fissare l'uso mi pare impossibile. - L'importante mi pare, dato che bisogna ricorrere a una convenzionalità, di prendere quella che ha già una tradizione e quindi una diffusione e un uso conosciuto.
      Ti abbraccio affettuosamenteAntonio
     
      238.
     
      11 gennaio 1932
     
      Carissima Tania,
      lunedí scorso ho inviato la lettera direttamente a mia madre. Dovevo informarla dell'arrivo del pacco e inoltre non ero sicuro che tu, nei giorni in cui essa avrebbe dovuto giungere, ti fossi trovata a Roma, poiché le tue ultime lettere potevano lasciar prevedere che invece potevi trovarti a Turi o in viaggio. In questo frattempo ho ricevuto da te: una cartolina del 29 dicembre, una lettera del 31 e una lettera del 5 gennaio. Poiché mi scrivi che ti sono rincresciute alcune mie osservazioni o espressioni, cercherò di spiegarmi meglio e di giustificarmi, sebbene credo che tu non abbia pensato che io volessi procurarti qualsiasi dispiacere. Cosí non c'era irritazione alcuna da parte mia, o desiderio di pungerti, quando osservai, a proposito delle cosí dette «rose di Gerico», che forse avevi dimenticato una mia precedente lettera o l'avevi letta affrettatamente.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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