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      Piú recentemente e da altro punto di vita, ripensai a quello spunto, leggendo il libro del Croce sulla Poesia di Dante, dove l'episodio di Cavalcante è accennato in modo da far capire che non si tiene conto del «contrappunto» di Farinata. Ricordo anche che il Calosso ha scritto uno studio sul canto decimo dell'Inferno, pubblicato nel «Giornale dantesco», ma non ricordo piú il suo contenuto; mi pare però di poter escludere che vi si accennasse allo spunto da me accennato. Mi accorgo però di aver dimenticato parecchie cose, che la tua lettera mi ha richiamato alla memoria. Del resto la cosa ha ben poca importanza, perché non ho mai pensato di diventare un «dantista» e di fare delle grandi scoperte ermeneutiche in questo campo. Però ciò mi serve come controllo: è evidente che non devo troppo fidarmi della memoria, nella quale si sono manifestate tante lacune. Per ciò che riguarda le noterelle che ho scritto sugli intellettuali italiani, non so proprio da che parte incominciare: esse sono sparse in una serie di quaderni, mescolate con altre note varie e dovrei prima raccoglierle tutte insieme per ordinarle. Questo lavoro mi pesa molto, perché ho troppo spesso delle emicranie che non mi permettono la concentrazione necessaria: anche praticamente la cosa è molto faticosa per il modo e le restrizioni in cui occorre lavorare. Se puoi, mandami dei quaderni, ma non come quelli che mi hai mandato qualche tempo fa, che sono incomodi e troppo grandi: dovresti scegliere dei quaderni di formato normale, come quelli scolastici, e di non molte pagine, al massimo 40-50, in modo che necessariamente non si trasformino in zibaldoni miscellanei sempre piú farraginosi.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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