Pagina (531/803)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dirai anche a Teresina che ringrazio lei e i suoi bambini per l'intenzione che hanno avuto di inviarmi le violette di Chenale e i bulbi di ciclamino selvatico, ma non posso ricevere i loro doni; ciò andrebbe contro il regolamento che vuole sia mantenuto il carattere afflittivo della pena carceraria. Dunque bisogna che sia afflittivo e perciò niente violette e niente ciclamini, nessun diavoletto della natura deve stuzzicarmi le nari con effluvi e gli occhi con i colori dei fiori.
      Ti abbraccio teneramente con tutti. Saluta zia Delogu quando viene a trovarti.
      Antonio
     
      249.
     
      29 febbraio 1932
     
      Carissima Tania,
      ho letto attentamente la tua lunga lettera del 23 e sono disposto a convenire che tu puoi avere ragione. Riconosco senz'altro che gli elementi di giudizio a mia disposizione sono talmente scarsi che le probabilità di costruire edifizi in cui la fantasia possa predominare è veramente grande. Del resto ti avevo lasciato arbitra di inviare o no la mia lettera, cioè già nello scrivere quella mia lettera tenevo conto di queste limitazioni. Ti voglio anche dire che da qualche mese a questa parte si sono verificate nel mio stato d'animo modificazioni radicali; alcuni ordini di cose non hanno piú la virtú di tenermi in condizioni di ansia e di nervosismo: la mia sensibilità si è attutita o io sono divenuto piú paziente, indulgente o indifferente. Scrivi: «Tu sai che Giulia è stata dispensata dalla quotidiana fatica in un ufficio, ecc.»; in verità è la prima volta che vengo a saperlo, nonostante che spesse volte abbia domandato informazioni in proposito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Teresina Chenale Delogu Tania Giulia