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      Sembra, dalla tua cartolina, che tu abbia creduto io mi trovassi senza soldi: non era cosí e il mio consiglio era proprio connesso a tutto un indirizzo che ho intrapreso. Non è vero che io abbia sempre speso poco (a me pare anzi d'aver speso molto), perché non c'era da comprare nel bettolino del carcere. Ci sarebbe da comprare, ma si tratta appunto di generi che non posso mangiare. E le cose che non posso mangiare vanno aumentando. Negli anni scorsi compravo sempre, due volte alla settimana, della carne d'agnello arrosto; dall'anno scorso non posso piú comprarla perché ho perduto gli ultimi denti che mi permettevano una masticazione sia pure sommaria e paziente. Dopo essere stato male nel mese di agosto, essendomi molto indebolito per il digiuno forzato, provai a comprare qualche volta delle galline. Le facevo lessare e facevo tritare la polpa nella macchinetta per preparare le polpette; ma non riuscivo a digerire neppure il brodo e perciò dovetti smettere dopo due o tre tentativi fatti a distanza perché fossero piú conclusivi. Per curiosità ho fatto, sui vecchi libretti della spesa, il conto del denaro speso e le medie annuali e mensili. Te le voglio riportare: nel 1928 (sono giunto a Turi il 17 luglio 28) ho speso 784 lire, cioè 144 lire al mese; - nel 1929 L. 1552, cioè 130 lire al mese; nel 1930 L. 1498, cioè 125 lire al mese; - nel 1931 L. 1418, cioè 118 al mese; nei primi due mesi di quest'anno ho speso 121 lire cioè 60,50 al mese. Avrei voluto fare altri calcoli, ma mi è stato impossibile, perché non è facile distinguere i vari generi di spesa, poiché essi non sono segnati partitamente, ma in blocco.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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