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      Il calcolo mi ha mostrato che, nello scriverti la lettera alla quale hai risposto con la tua cartolina, io partivo da impressioni mnemoniche alquanto false ed esagerate, perché credevo di aver speso di meno di ciò che era realmente.
      Se ti capita di scrivere a Piero, digli da parte mia, che avrei desiderio di sapere se esistono pubblicazioni sulle opinioni economiche e di politica economica del Machiavelli e se gli è possibile di procurarmi, senza suo fastidio, la memoria pubblicata sull'argomento, qualche anno fa, dal prof. Gino Arias negli «Annali d'Economia» dell'Università Bocconi. Si può dire che il Machiavelli sia stato un «mercantilista», se non nel senso che egli abbia pensato consapevolmente da mercantilista, nel senso almeno che il suo pensiero politico corrispondeva al mercantilismo, cioè egli diceva in linguaggio politico ciò che i mercantilisti dicevano in termini di politica economica? O non si potrebbe addirittura sostenere che nel linguaggio politico del Machiavelli (specialmente nell'Arte militare) spunti il primo germe di una concezione fisiocratica dello Stato e che perciò (e non nel senso esteriore del Ferrari e magari del Foscolo) egli possa ritenersi un precursore dei giacobini francesi?
      Mi sono dimenticato la volta scorsa di scriverti per ricordarti di rinnovare l'abbonamento al «Corriere della Sera» che scade il 31 marzo. Potrei farlo io stesso, ma date le pratiche necessarie, arriverei troppo tardi.
      Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      253.
     
      21 marzo 1932
     
      Carissima Tania,


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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