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      Verso la metà di giugno ho avuto qualche giorno di febbre abbastanza alta (sono giunto a 38.7) che ha continuato per qualche tempo, sebbene a un grado inferiore (37.7 e poi 37.3 per qualche giorno). L'unico rimedio per far cessare la febbre è la dieta rigorosa, ma il mangiar poco indebolisce i nervi e sopravviene una depressione generale che schiaccia ogni volontà e iniziativa. Sono stato per molti giorni al regime di solo latte, ma ogni forma di cibo mi è diventata repellente e risento i conati di vomito come qualche anno fa. In ogni modo sono diventato incapace di qualsiasi forma di concentrazione intellettuale, anche di quella minima necessaria per scrivere una lettera. Vorrei scrivere a lungo a Giulia, ma non riesco a seguire un ragionamento connesso e coerente. Carissima, ti abbraccioAntonio
     
      279.
     
      18 luglio 1932
     
      Carissima Iulca,
      ho avuto due tue lettere, del 24 giugno e del 3 luglio. Sono stato un po' male in questi ultimi tempi (da un anno a questa parte ciò mi capita un po' piú spesso di prima) e non ho la disposizione per scriverti un po' a lungo. Però voglio dirti che le tue ultime lettere mi hanno dato un po' di felicità: mi pare proprio che tu sia diventata definitivamente piú forte e piú sicura di te stessa. Sono anche contento che non abbia piú la fissazione della cura psicanalitica, che, per quel poco che posso giudicare allo stato delle mie conoscenze, mi pare troppo imbevuta di ciarlataneria e tale, se il medico curante non riesce in poco tempo a vincere la resistenza del soggetto e a strapparlo con la sua autorità alla depressione, - da aggravare le malattie nervose invece di guarirle, suggerendo all'ammalato motivi di nuove inquietudini e di raddoppiato marasma psichico.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Giulia Iulca