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      - L'8 settembre riaccenni alla quistione a proposito del ribasso per la Fiera del Levante e dici: «Però prima di estendere la richiesta attendo la tua lettera ultima», cioè attendevi un mio «beneplacet» che certamente non venne; anzi io fui molto chiaro in proposito tanto che tu nella lettera del 10 settembre scrivi esattamente: «Però non devi avere presente massimamente la quistione economica, della spesa ferroviaria, questa considerazione deve essere l'ultima nella serie di quelle considerazioni che puoi fare per voler rimandare o meno la visita a piú tardi». Continui a parlare a vanvera di non so quale richiesta per l'autorizzazione alla rimozione «delle attuali condizioni di sorveglianza» da allegare all'istanza, senza capire, permetti che te lo dica, quello che dici, sebbene tu aggiunga «se lo credi opportuno e vuoi che sia fatto». - In ogni modo, fino al 10, nonostante molte oziosità inutili e quindi dannose, molto verbalismo che irrita quanto piú si pensa che tu non ti rendi conto di lanciare sassi nel buio e puoi spaccare delle teste che non se lo aspettano, fino al 10 ti mantieni nel terreno del preciso impegno di non far nulla senza il mio permesso, se io non lo credo opportuno e per il merito e per il momento. Il 16 settembre, cosí, bruscamente e dandomi la notizia quasi en passant, scrivi che hai fatto l'istanza. Cosa è successo dal 10 al 16 perché ti ritenessi autorizzata a mancare cosí brutalmente ai tuoi impegni, senza sapere quale era la mia situazione e cosa io avessi fatto per conto mio, secondo che chiaramente ti scrissi nella risposta alla tua lettera del 24 agosto?


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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