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      A quest'ora avrai certamente ricevuto la mia lettera di lunedí scorso. Sebbene l'ira mi sia sbollita, ti prego di persuaderti che essa è stata scritta molto sul serio, sebbene con molto rincrescimento e dolore. Mi dispiace anche perché d'ora in avanti sarò costretto a controllare talmente ciò che ti scrivo, che non saprò piú cosa dirti. Ti abbraccio teneramente.
      Antonio
     
      301.
     
      10 ottobre 1932
     
      Carissimo Delio,
      ho saputo che sei stato al mare e che hai visto delle cose bellissime. Vorrei che tu mi scrivessi una lettera per descrivermi queste bellezze. E poi, hai conosciuto qualche nuovo essere vivente? Vicino al mare c'è tutto un brulichio di esseri: granchiolini, meduse, stelle marine ecc. Molto tempo fa ti avevo promesso di scriverti alcune storie sugli animali che ho conosciuto io da bambino, ma poi non ho potuto. Adesso proverò a raccontartene qualcuna: - 1° Per esempio, la storia della volpe e del polledrino. Pare che la volpe sappia quando deve nascere un polledrino, e sta all'agguato. E la cavallina sa che la volpe è in agguato. Perciò, appena il polledrino nasce, la madre si mette a correre in circolo intorno al piccolo che non può muoversi e scappare se qualche animale selvatico lo assale. Eppure si vedono qualche volta, per le strade della Sardegna, dei cavalli senza coda e senza orecchie. Perché? Perché appena nati, la volpe, in un modo o in un altro, è riuscita ad avvicinarsi e ha mangiato loro la coda e le orecchie ancora molli molli. Quando io ero bambino uno di questi cavalli serviva a un vecchio venditore di olio, di candele, e di petrolio, che andava da villaggio in villaggio a vendere la sua merce (non c'era allora cooperative né altri modi di distribuire la merce), ma di domenica, perché i monelli non gli dessero la baia, il venditore metteva al suo cavallo coda finta e orecchie finte.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Delio Sardegna