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      - 2° Ora ti racconterò come ho visto la volpe la prima volta. Coi miei fratellini andai un giorno in un campo di una zia dove erano due grandissime querce e qualche albero da frutta; dovevamo fare la raccolta delle ghiande per dare da mangiare a un maialino. Il campo non era lontano dal paese, ma tuttavia tutto era deserto intorno e si doveva scendere in una valle. Appena entrati nel campo, ecco che sotto un albero era tranquillamente seduta una grossa volpe, con la bella coda eretta come una bandiera. Non si spaventò per nulla; ci mostrò i denti, ma sembrava che ridesse, non che minacciasse. Noi bambini eravamo in collera che la volpe non avesse paura di noi; proprio non aveva paura. Le tirammo dei sassi, ma essa si scostava appena e poi ricominciava a guardarci beffarda e sorniona. Ci mettevamo dei bastoni alla spalla e facevamo tutti insieme: bum! come fosse una fucilata, ma la volpe ci mostrava i denti senza scomodarsi troppo. D'un tratto si sentí una fucilata sul serio, sparata da qualcuno nei dintorni. Solo allora la volpe dette un balzo e scappò rapidamente. Mi pare di vederla ancora, tutta gialla, correre come un lampo su un muretto, sempre con la coda eretta e sparire in un macchione. Carissimo Delio, raccontami ora dei tuoi viaggi e delle novità che hai visto. Ti bacio insieme con Giuliano e a mamma Julca.
      Antonio
     
      302.
     
      17 ottobre 1932
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto la tua raccomandata dell'11 con la lettera di Giulia e le tre fotografie; ho ricevuto anche la tua cartolina della stessa data.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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