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      Saremmo capaci di fare ciò che ha fato la mamma trentacinque anni fa? Di porsi lei sola, povera donna, contro una terribile bufera e di salvare sette figli? Certo la sua vita è stata esemplare per noi e ci ha mostrato quanto valga la pertinacia per superare difficoltà che sembravano insuperabili anche a uomini di grande fibra. Ti abbraccio fraternamente, con tutti e specialmente colla mamma.
      Antonio
     
      309.
     
      9 novembre 1932
     
      Carissima Tania,
      avevo già scritto domenica una lettera per te con la parte per Giulia, ma ho pregato di poter rifare la lettera perché essa era troppo influenzata da un telegramma inviatomi da Carlo che rendeva credibili le voci strampalate che circolavano tra i carcerati. Oggi ho potuto avere comunicazione del decreto di amnistia e indulto e mi pare che la lettera precedente, quantunque non troppo ottimista oggettivamente, non possa rispecchiare una reale valutazione delle cose. Carlo mi aveva telegrafato cosí: «Appreso concessione amnistia ti sono vicino pregoti telegrafarmi necessità mia presenza o altro». Come vedi, avrei dovuto credere di essere sul punto di essere liberato; ti scrissi quasi convinto che ci sarebbe stata almeno una tale diminuzione di pena da permettere di considerare il futuro meno oscuramente. Dopo aver letto il decreto non so piú cosa pensare. Le questioni sono cosí complesse che solo il Tribunale Speciale può decidere con conoscenza di causa se io debba avere un qualsiasi indulto, anche minimo. In ogni caso, anche nel piú favorevole, non mi pare che le mie prospettive per l'avvenire possano mutare di molto.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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