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      Qualche volta io stesso ho staccato il pedalino dal gambale, ma ho fatto dei pasticci, ho disfatto male le maglie, ho rovinato la lana ecc. Tu hai delle idee molto curiose; io credo che tu sei sempre persuasa che: 1° faccio dei complimenti; 2° che manco di praticità. Ti assicuro che sbagli completamente; non faccio complimenti, sebbene mi dispiaccia di far fare spese gravose e inutili; sono «praticissimo», ma certo di una mia particolare praticità personale, che è buona per me e non per altri. Credo di essere pratico appunto perché capisco che oltre certi limiti la praticità è affare personale.
      Ho ricevuto due tue cartoline e una tua lettera, e in tutte e tre, a pezzi e bocconi, mi parli dell'applicazione nei miei riguardi del decreto di amnistia e indulto. Non sono riuscito a distinguere quanto, nelle tue spiegazioni, è «ufficiale», cioè corrisponde a informazioni certe avute alla cancelleria del Tribunale Speciale, e quanto è tua ipotesi o tua polemica contro le mie ipotesi. Mi pare che sia ufficiale e certo: 1° che ho beneficiato del decreto; 2° che la pena complessiva è ridotta a 12 anni e 4 mesi, cioè che devo ancora scontare (da oggi, 26 dicembre 1932) 6 anni, 4 mesi e 25 giorni, ma se sono certo del primo punto categoricamente, non altrettanto certo sono del 2° perché le tue espressioni non sono categoriche. Mi pare, poi, che i tuoi calcoli per spiegare la riduzione non siano ufficiali e certi, ma ipotesi tue o di qualche tuo conoscente. Bisognerà dunque che attenda il comunicato ufficiale per farmi un'opinione ragionevole.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Tribunale Speciale