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      Forse avresti fatto bene a mandarmi davvero il dentino, in modo che questa impressione si fosse ancor piú rinvigorita nel suo animo. Le notizie che mi mandi sui bambini mi interessano enormemente. Non so se le mie osservazioni sono sempre adeguate; forse no, perché, nonostante tutto, il mio giudizio non può non essere unilaterale. Tania mi ha trascritto una tua lettera a lei. Mi pare che tu, scrivendo a me, eviti di dirmi molte cose, forse per il timore di contristarmi, date le mie condizioni di carcerato. Credo che tu debba persuaderti che puoi avere con me tutta la franchezza possibile e non nascondermi nulla; perché non dovrebbe esserci tra noi il massimo di confidenza su tutto? Credi che non sia peggio il non sapere, il dubitare che si nasconde qualche cosa e quindi il non essere mai sicuro che il mio atteggiamento sia giusto? Cara Iulca, devi proprio scrivermi di te e delle tue condizioni di salute con tutta la precisione possibile, senza esitare per timore di abbattermi. Ciò che mi abbatterebbe solo potrebbe essere il sapere che tu non lotti per migliorare, per riacquistare le forze, e a ciò non credo. Sebbene l'avvenire sia ancora oscuro, non perciò bisogna rilassarsi. Io ho attraversato molti brutti momenti, mi sono sentito tante volte fisicamente debole e quasi stremato, però non ho mai ceduto alla debolezza fisica e per quanto è possibile dire in queste cose, non credo che cederò neanche d'ora in avanti. Eppure posso aiutarmi ben poco. Quanto piú mi accorgo di dover attraversare brutti momenti, di essere debole, di veder aggravarsi le difficoltà, tanto piú mi irrigidisco nella tensione di tutte le mie forze volitive.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Iulca