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      Ti abbraccio teneramenteAntonio
     
      350.
     
      5 giugno 1933
     
      Carissima Tania,
      ho ricevuto tre tue cartoline. Mi dispiace che i disturbi all'orecchio non ti siano ancora passati e temo che essi ti inducano a trattenerti ancora a Turi. Mi pare che ti sia trattenuta anche troppo e non so proprio comprendere perché non abbia preso una decisione già da parecchio tempo. La tua indecisione finisce col comunicarsi anche a me, lasciandomi in uno stato vaporoso di attesa nebulosa, di dubbi, di incertezza. Mi pare che sia tempo di porre fine a tale condizione. Ti prego di essere veramente energica, come hai detto l'ultima volta che ci siamo parlati e di fare in modo che si giunga a una conclusione. La mia vita è una tale tortura che qualsiasi mutamento è preferibile a questo quotidiano logorio senza prospettive. Ho ricevuto gli effetti di biancheria che mi hai inviato, ma li ho appena contati al momento della registrazione. Credi davvero che mi interessi tanto di calze e di mutande? Mi pare che tutto ciò neppure mi riguardi e in realtà non so vedere in che cosa mi riguardi: tutto ciò che mi scrivi in proposito mi è parso una canzonatura. Ti prego davvero appena credi di essere in condizioni di viaggiare, di deciderti a rientrare a Roma e di volermi subito informare della decisione che a quest'ora sarà stata presa o che potrà essere sollecitata. Cosí potrò anch'io decidermi prima di perdere ogni controllo fisico su me stesso. Ti abbraccio affettuosamenteAntonio
     
      Carissima, ti prego proprio di cuore di essere piú energica e di porre un termine, in qualsiasi modo, a questo periodo che mi pare una semplice perdita di tempo.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Tania Turi Roma