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      Credo inoltre che bisogna fare tutto ciò il piú presto possibile, cioè che tu debba prendere una decisione energica subito, tenendo conto delle circostanze, ma senza lasciarti vincere dalle circostanze anche se esse non sono semplici. Cara, io metto in ciò che ti scrivo tutta la mia tenerezza, anche se essa non appare dalle parole scritte. Del resto, tu ricordi che nel 1923 io non ero molto eloquente e tuttavia so che tu mi sentivi tutta la profondità dei miei sentimenti per te, che non sono cambiati per nulla, o certo si sono rafforzati e diventati piú sereni perché ci sono, assieme a noi, i due nostri ragazzi. Ti abbraccio forteAntonio
     
      386.
     
      [25 gennaio 1936]
     
      Cara Iulca,
      il tuo biglietto mi pone in una situazione terribilmente imbarazzante. Non sono ancora deciso se debba scrivere o no. Mi pare che il solo fatto che io ti scriva esercita una coercizione sulla tua volontà e se da un lato mi ripugna profondamente di esercitare qualsiasi coercizione nei tuoi confronti, anche in questo senso che pare cosí indiretto e innocente, d'altro lato penso (ragionando freddamente) se talvolta, anche in queste cose, la coercizione non sia necessaria e non abbia del buono. In verità io mi trovo in questa situazione da molti anni, forse dallo stesso 1926, subito dopo il mio arresto, da quando la mia esistenza è stata, bruscamente e con non poca brutalità, costretta in una direzione data da forze esterne e i limiti della mia libertà sono stati ristretti alla vita interiore e la volontà è diventata solo volontà di resistere.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





Iulca