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      Cercavo anche di riprodurre i colori fondamentali con un mio sistema non difficile, ma che domandava molta pazienza. Ricordo ancora un quadretto che mi costò almeno tre mesi di lavoro: un contadinello tutto vestito era caduto in un tino pieno d'uva, pronto per la pigiatura, e una contadinella tutta rotondetta e grassottella lo guardava tra spaventata e divertita. Il quadretto apparteneva a una serie di avventure in cui il protagonista era un terribile caprone (Barbabucco) che, cozzando all'improvviso e a tradimento, faceva volar per aria i suoi nemici o i ragazzi che gli avevano dato la baia. Le conclusioni erano sempre allegre, come nel mio quadretto. Come mi divertivo a ingrandire il disegnino: misure col doppio decimetro e col compasso, prove, riprove colla matita, ecc. I fratelli e le sorelle guardavano, ridevano, ma preferivano correre e gridare e mi lasciavano alle mie esercitazioni. Caro Iulik, ti bacio.
      papa
     
      423.
     
      Caro Iulik,
     
      i tuoi disegni mi sono piaciuti molto perché sono tuoi. Sono anche molto originali e credo che la natura non abbia mai inventato delle cose cosí stupefacenti. Il quarto disegno è la rappresentazione di un animale straordinario; non può essere uno scarafaggio, perché troppo grande e con solo quattro lunghe zampe in movimento come quelle dei grandi quadrupedi, ma non è neppure un cavallo perché non ha orecchie visibili (anche nel primo animale da te disegnato, non si vedono orecchie e cosí anche uno degli uomini non ha orecchie); potrebbe essere un leone addomesticato e... trasparente; trasparente perché del cavalcatore si vedono tutt'e due le gambe.


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Lettere dal carcere
di Antonio Gramsci
pagine 803

   





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