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      (Questa precisazione è importante psicologicamente. Si può vedere come l'ispirazione goethiana si attenua: 1°) prima parte dell'ode, in cui predomina l'elemento titanico, della ribellione; 2°) la seconda parte dell'ode, in cui Prometeo piega su se stesso, e hanno il sopravvento gli elementi di una certa debolezza umana; 3°) il tentativo del dramma, che non riesce, forse perché il Goethe non riesce piú a trovare il fulcro della sua immagine, che già nell'ode si era spostato e aveva creato una contraddizione intima). Il Richter cerca le concordanze tra l'opera letteraria e gli stati psicologici del poeta, attestati dalle sue lettere e da Poesia e Verità. Nella Poesia e Verità si parte da un'osservazione generale: gli uomini alla fine devono sempre contare sulle sole loro forze; la divinità stessa pare non possa ricambiare la venerazione, la fiducia, l'amore degli uomini proprio nei momenti di maggior bisogno: bisogna aiutarsi da sé. «La piú sicura base d'autonomia mi risultò sempre essere il mio talento creatore». «Questa situazione si concretò in un'immagine... l'antica figura mitologica di Prometeo che, separatosi dagli dei, dalla sua officina popolò un mondo. Sentivo assai bene che si può produrre qualcosa di notevole soltanto isolandosi. Dovendo io escludere l'aiuto degli uomini, mi separai al modo di Prometeo, anche dagli Dei», - come volevano i suoi stati d'animo estremi ed esclusivi - aggiunge il Vincenti, ma non mi pare che in Goethe si possa parlare di estremismo ed esclusività. «Mi ritagliai l'abito antico del Titano alla misura del mio dorso, e senza pensarci tanto su incominciai a scrivere un dramma nel quale è rappresentata l'inimicizia in cui Prometeo cade con gli dei fo


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Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce
di Antonio Gramsci
pagine 451

   





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