Pagina (269/451)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Cfr. Etica e Politica, p. 343 «Uomini di Chiesa, che qui bisogna intendere, come la Chiesa stessa ecc.».
      Questo stesso atteggiamento, che non è privo di inconvenienti, lo si trova in Croce verso il modernismo. Di fatto, poiché non è possibile pensare un passaggio delle masse popolari dallo stadio religioso a quello «filosofico», e il modernismo praticamente erodeva la massiccia struttura pratico-ideologica della Chiesa, l'atteggiamento del Croce serví a rinsaldare le posizioni della Chiesa. Cosí il suo atteggiamento «revisionistico» serví a rinsaldare le correnti reazionarie (al Labriola che glielo faceva notare il Croce rispondeva: «quanto alla politica e ai conati reazionari, caveant consules»). Cosí il suo avvicinarsi a «Politica» nel 1920 e i suoi veri e propri atteggiamenti pratici a Napoli (discorsi ecc., partecipazione al governo Giolitti ecc.). La posizione di «puro intellettuale» diventa o un vero e proprio «giacobinismo» deteriore (e in tal senso, mutate le stature intellettuali, Amadeo può essere avvicinato al Croce, come forse non pensava Jacques Mesnil) o un «ponziopilatismo» spregevole, o successivamente l'uno e l'altro o anche simultaneamente l'uno e l'altro.
      Per la guerra si può riferire al Croce l'osservazione di Lyautey: in realtà il sentimento nazionale dei sedicenti nazionalisti è «temperato» da un cosmopolitismo talmente accentuato, di casta, di cultura ecc., che può essere ritenuto un vero e proprio strumento di governo e le sue «passioni» essere ritenute non immediate, ma subordinate al possesso del potere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce
di Antonio Gramsci
pagine 451

   





Politica Chiesa Chiesa Croce Chiesa Croce Chiesa Labriola Croce Napoli Giolitti Amadeo Croce Jacques Mesnil Croce Lyautey