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      A noi sembra che il giudizio espresso sia vero solo se si arresta a questo punto l'analisi dell'aspetto giuridico e dell'aspetto politico, ma non se si prosegue oltre individuando quell'ulteriore campo che è di esclusiva competenza della scienza politica. Quest'ultima, infatti, non si limita a studiare l'organizzazione dello Stato con un criterio deontologico e critico e però diverso da quello usato per il medesimo oggetto dal diritto pubblico, ma amplia la sua sfera ad un campo che le è proprio, indagando le leggi che regolano il sorgere, il divenire, il declinare degli Stati. Né vale raffermare che tale studio è della storia (!) intesa con significato generale (!), perché pur ammettendo che sia indagine storica la ricerca delle cause, degli effetti, dei mutui vincoli d'interdipendenza delle leggi naturali che governano l'essere e il divenire degli Stati, rimarrà sempre di pertinenza esclusivamente politica, non storica quindi, né giuridica, la ricerca di mezzi idonei per presiedere praticamente all'indirizzo generale politico. La funzione che il Machiavelli si riprometteva di svolgere e sintetizzava dicendo: "disputerò come questi principati si possano governare e tenere" (Principe, c. II) è tale per importanza intrinseca di argomento e per specificazione, non solo da legittimare l'autonomia della politica, ma da consentire, almeno sotto l'aspetto ultimamente delineato, una distinzione anche formale fra essa ed il diritto pubblico». Ed ecco cosa intende per autonomia della politica!


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





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