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      La lotta di Pio X contro il Combismo sembra dar loro ragione e Pio X è il loro papa, come è il papa di Maurras. In appendice al volume dell'Héritier sono stampati articoli di altri scrittori che trattano del Ralliement e sostengono anche nelle quistioni di storia religiosa la tesi del Maurras sull'anarchismo dissolvente del cristianesimo giudaico e sulla romanizzazione del cattolicismo.
     
     
      [Diverse manifestazioni del modernismo.] Nella «Cultura» dell'ottobre-dicembre 1932 (pp. 846 sgg.) Luigi Salvatorelli scrive di Joseph Turmel recensendo questi due libri: 1) Felix Sartiaux, Joseph Turmel, prêtre historien des dogmes, Paris, Rieder, 1931, pp. 295; 2) J. Turmel, Histoire des dogmes, I, Le péché originel. La rédemption, Paris, Rieder, 1931. Il libro del Sartiaux è indispensabile per la valutazione del caso Turmel. Secondo il Salvatorelli, il Turmel non sarebbe mai stato un modernista, in quanto non avrebbe mai «concepito l'idea di una trasformazione della chiesa e del domma». E qui si pone il problema, per l'esatta compilazione di questa rubrica, di che cosa debba intendersi per modernista. È evidente che non esiste un modello fisso e sempre facilmente identificabile del «modernista» e del «modernismo», come non esiste per ogni «-ista» e «-ismo». Si è trattato di un movimento complesso e molteplice, con varie accezioni: 1) quella che di se stessi davano i modernisti; 2) quella che dei modernisti davano i loro avversari, che certo non coincidevano. Si può dire che del modernismo esistevano diverse manifestazioni: 1) quella politico-sociale, che tendeva a riavvicinare la chiesa alle classi popolari, quindi favorevole al socialismo riformista e alla democrazia (questa manifestazione è forse quella che piú ha contribuito a suscitare la lotta da parte dei cattolici integrali, legati strettamente alle classi piú reazionarie e specialmente alla nobiltà terriera e ai latifondisti in generale, come mostra l'esempio francese dell'Action Française e l'esempio italiano del cosí detto «Centro cattolico») ossia genericamente alle correnti liberali; 2) quella «scientifico-religiosa», cioè in sostegno di un nuovo atteggiamento verso il «dogma» e la «critica storica» in confronto della tradizione ecclesiastica, quindi tendenza a una riforma intellettuale della Chiesa.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





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