Pagina (487/599)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non mi pare probabile (ma non è escluso) che esistesse già prima del libro del Balzac qualche modo di dire per cui l'oppio e gli altri stupefacenti e narcotici erano presentati come mezzo per godere un paradiso artificiale. (Bisogna ricordare, d'altronde, che Baudelaire fino al 1848 partecipò a una certa attività pratica, fu direttore di settimanali politici e prese parte attiva agli avvenimenti parigini del 1848).
     
      Giulio Lachelier, filosofo francese (sul quale cfr. la prefazione di G. De Ruggiero al volume dello stesso Lachelier Psicologia e Metafisica, Bari, Laterza, 1915) ha scritto una nota («acuta» dice il De Ruggiero) sul «pari» di Pascal, pubblicata nel volume Du fondement de l'induction (Paris, Alcan, nella «Bibliothèque de philosophie contemporaine»). L'obbiezione principale all'impostazione che il Pascal ha dato del problema religioso nel «pari» è quella della «lealtà intellettuale» verso se stessi. Pare che tutta la concezione «pari», per quanto ricordo, sia piú vicina alla morale gesuitica, che a quella giansenistica, sia troppo «mercantile», ecc. (cfr. nel precedente quaderno alle altre note su questo argomento).
     
     
      Religione. «Viaggiando, potrai trovare città senza mura e senza lettere, senza re e senza case (!), senza ricchezze e senza l'uso della moneta, prive di teatri e di ginnasi (palestre). Ma una città senza templi e senza dei, che non pratichi né preghiere, né giuramenti, né divinazioni, né i sacrifizi per impetrare i beni e deprecare i mali, nessuno l'ha mai veduta, né la vedrà mai». Plutarco, adv.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





Balzac Bisogna Baudelaire Lachelier De Ruggiero Lachelier Psicologia Metafisica Bari Laterza De Ruggiero Pascal Paris Alcan Pascal