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      Cattolicismo nell'India. Upadhyaya Brahmabandhav, celebre Sannyasi (?) cattolico, che voleva convertire l'India al Cattolicismo, per mezzo degli stessi indú, cristianizzando le parti dell'induismo passibili di essere assorbite; fu disapprovato dal Vaticano per eccessi di nazionalismo. (Quando avvenne questa predicazione di Upadhyaya? Mi pare che oggi il Vaticano sarebbe piú tollerante). Per la quistione del Cristianesimo in India vedere il fenomeno del Sadhu Sundar Sing: cfr. «Civiltà Cattolica», 7 e 21 luglio 1928.
     
      Giuseppe Tucci, La religiosità dell'India, «Nuova Antologia» 16 settembre 1928. Articolo interessante. Critica tutti i luoghi comuni che di solito si ripetono sull'India e sull'«anima» indiana, sul misticismo, ecc. L'India attraversa una crisi spirituale; il nuovo (spirito critico) non è ancora cosí diffuso da formare un'«opinione pubblica» che si contrapponga al vecchio: superstizione nelle classi popolari, ipocrisie, mancanza di carattere nelle classi superiori cosí dette colte. In realtà anche in India, le quistioni e gli interessi pratici assorbono l'attenzione pubblica. (È evidente che in India, dato il secolare intorpidimento sociale, e le stratificazioni ossificate della società e data anche, come avviene nei grandi paesi agrari, la grande quantità di intellettuali medii, specialmente ecclesiastici, la crisi durerà molto a lungo e sarà necessaria una grande rivoluzione perché si abbia l'inizio di una soluzione). Molte osservazioni che il Tucci fa a proposito dell'India si potrebbero fare per molti altri paesi e altre religioni.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





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