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      Un'altra sorgente di parassitismo assoluto è sempre stata l'amministrazione dello Stato. Renato Spaventa ha calcolato che in Italia un decimo della popolazione (4 milioni di abitanti) vive sul bilancio statale. Avviene anche oggi che uomini relativamente giovani (di poco piú che 40 anni), con buonissima salute, nel pieno vigore delle forze fisiche e intellettuali, dopo 25 anni di servizio statale, non si dedicano piú a nessuna attività produttiva, ma vivacchiano con le pensioni piú o meno grandi, mentre un operaio può godere una assicurazione solo dopo i 65 anni e per il contadino non esiste limite di età al lavoro (perciò un italiano medio si maraviglia se sente dire che un americano multimilionario continua ad essere attivo fino all'ultimo giorno della sua vita cosciente). Se in una famiglia un prete diventa canonico, subito il «lavoro manuale» diventa «una vergogna» per l'intero parentado; ci si può dedicare al commercio, tutt'al piú.
      La composizione della popolazione italiana era già stata resa «malsana» dall'emigrazione a lungo termine e dalla scarsa occupazione delle donne nei lavori produttivi di nuovi beni; il rapporto tra popolazione «potenzialmente» attiva e quella passiva era uno dei piú sfavorevoli dell'Europa (cfr. le ricerche in proposito del prof. Mortara, per esempio nelle Prospettive economiche del 1922). Esso è ancora piú sfavorevole se si tiene conto: 1) delle malattie endemiche (malaria ecc.) che diminuiscono la media individuale del potenziale di forza di lavoro; 2) dello stato cronico di denutrizione di molti strati inferiori contadineschi (come risulta dalle ricerche del prof.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





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