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      È da rilevare come non si sia cercato di applicare all'americanismo la formuletta del Gentile sulla «filosofia che non si enunzia in formule ma si afferma nell'azione»; ciò è significativo e istruttivo, perché se la formula ha un valore, è proprio l'americanismo che può rivendicarlo. Invece, quando si parla dell'americanismo, si trova che esso è «meccanicistico», rozzo, brutale, cioè «pura azione», e gli si contrappone la tradizione, ecc. Ma questa tradizione, ecc., perché non viene assunta anche come base filosofica, come la filosofia enunziata in formule di quei movimenti per i quali invece la «filosofia è affermata nell'azione»? Questa contraddizione può spiegare molte cose: la differenza, per esempio, tra l'azione reale, che modifica essenzialmente sia l'uomo che la realtà esterna (cioè la reale cultura) ed è l'americanismo, e il gladiatorismo gaglioffo che si autoproclama azione e modifica solo il vocabolario, non le cose, il gesto esterno, non l'uomo interiore. La prima sta creando un avvenire che è intrinseco alla sua attività obbiettiva e del quale si preferisce tacere. Il secondo crea solo dei fantocci perfezionati, stagliati su un figurino retoricamente prefissato, e che cadranno nel nulla non appena saranno recisi i fili esterni che danno loro l'apparenza del moto e della vita.
     
     
      Quantità e qualità. Nel mondo della produzione significa niente altro che «buon mercato» e «alto prezzo», cioè soddisfazione o no dei bisogni elementari delle classi popolari e tendenza ad elevare o a deprimere il loro tenore di vita: tutto il resto non è altro che romanzo ideologico d'appendice, di cui Guglielmo Ferrero ha scritto la prima puntata.


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Note sul Machiavelli sulla politica e sullo Stato moderno
di Antonio Gramsci
pagine 599

   





Gentile Guglielmo Ferrero