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      1. Rapporti tra il Comitato centrale del partito e la massa del partito. a) In questo gruppo di problemi rientra la discussione generale sulla natura del partito, sulla necessità che esso sia un partito di classe, non solo astrattamente, cioè in quanto il programma accettato dai suoi membri esprime le aspirazioni del proletariato, ma, per cosí dire, fisiologicamente, in quanto cioè la grande maggioranza dei suoi componenti è formata di proletari e in esso si riflettono e si riassumono solamente i bisogni e la ideologia di una sola classe: il proletariato. b) La subordinazione completa di tutte le energie del partito in tal modo socialmente unificate alla direzione del CC.
      La lealtà di tutti gli elementi del partito verso il CC deve diventare non solo un fatto puramente organizzativo e disciplinare, ma un vero principio di etica rivoluzionaria. Occorre infondere nelle masse del partito una convinzione cosí radicata di questa necessità che le iniziative frazionistiche e ogni tentativo in generale di disgregare la compagine del partito debbono trovare alla base una reazione spontanea e immediata che le soffochi sul nascere. L'autorità del CC tra un congresso e l'altro non deve mai essere posta in discussione e il partito deve diventare un blocco omogeneo. Solo a tale condizione il partito sarà in grado di vincere i nemici di classe. Come potrebbe la massa dei senza partito aver fiducia che lo strumento di lotta rivoluzionaria, il partito, riesca a condurre senza tentennamenti e senza oscillazioni la lotta implacabile per conquistare e mantenere il potere, se la Centrale del partito non ha la capacità e l'energia necessaria per eliminare tutte le debolezze che possono incrinare la sua compattezza?


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





Rapporti Comitato Centrale