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      I due punti precedenti sarebbero di impossibile realizzazione se nel partito, alla omogeneità sociale e alla compattezza monolitica della organizzazione, non si aggiungesse la coscienza diffusa di una omogeneità ideologica e politica.
      Concretamente la linea che il partito deve seguire può essere espressa in questa formula: il nucleo della organizzazione di partito consiste in un forte CC, strettamente collegato con la base proletaria del partito stesso, sul terreno della ideologia e della tattica del marxismo-leninismo.
      Su questa serie di problemi la enorme maggioranza del congresso si è nettamente pronunciata in senso favorevole alla tesi del CC e ha respinto, non solo senza la minima concessione, ma anzi insistendo sulla necessità della intransigenza teorica e della inflessibilità pratica, le concezioni della opposizione che porterebbero a mantenere il partito in uno stato di delinquescenza e di amorfismo politico e sociale.
      2. Rapporti del partito con la classe proletaria (cioè con la classe di cui il partito è il diretto rappresentante, con la classe che ha il compito di dirigere la lotta anticapitalistica e di organizzare la nuova società). In questo gruppo di problemi rientra l'apprezzamento della funzione del proletariato nella società italiana, cioè del grado di maturità di tale società, a trasformarsi da capitalista in socialista e quindi delle possibilità per il proletariato di diventare classe indipendente e dominante. Il congresso ha perciò discusso: a) la quistione sindacale, che per noi è essenzialmente quistione della organizzazione delle piú larghe masse, come classe a sé stante, sulla base degli interessi economici immediati, e come terreno di educazione politica rivoluzionaria; b) la quistione del fronte unico, cioè dei rapporti di direzione politica fra la parte piú avanzata del proletariato e le frazioni meno avanzate di esso.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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