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      Ma perché questo lavoro di organizzazione sia possibile ed efficace occorre che il nostro partito si avvicini strettamente al contadino meridionale, che il nostro partito distrugga nell'operaio industriale il pregiudizio inculcatogli dalla propaganda borghese che il Mezzogiorno sia una palla di piombo che si oppone ai piú grandiosi sviluppi dell'economia nazionale, e distrugga nel contadino meridionale il pregiudizio ancora piú pericoloso per cui egli vede nel nord d'Italia un solo blocco di nemici di classe.
      Per ottenere questi risultati occorre che il nostro partito svolga un'intensa opera di propaganda anche nell'interno della sua organizzazione per dare a tutti i compagni una coscienza esatta dei termini della quistione, la quale, se non sarà risolta in modo chiaroveggente e rivoluzionariamente saggio da noi, renderà possibile alla borghesia, sconfitta nella sua zona, di concentrarsi nel Sud per fare di questa parte d'Italia la piazza d'armi della controrivoluzione.
      Su tutta questa serie di problemi, la opposizione di estrema sinistra non riuscí a dire che delle barzellette e dei luoghi comuni. La sua posizione essenziale fu quella di negare aprioristicamente che questi problemi concreti esistano in sé, senza nessuna analisi o dimostrazione neanche potenziale. Si può dire anzi che appunto nei riguardi della quistione agraria, apparve la vera essenza della concezione dell'estrema sinistra, la quale consiste in una specie di corporativismo che aspetta meccanicamente dal solo sviluppo delle condizioni obiettive generali la realizzazione dei fini rivoluzionari.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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