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      I Fancello, i Lanzillo, i Panunzio, i Ciccotti ne diventano assidui collaboratori: lo stesso Salvemini non nasconde le sue simpatie per Mussolini, che diventa anche un beniamino della Voce di Prezzolini. Tutti ricordano che in realtà, quando Mussolini esce dall'Avanti! e dal partito socialista, egli è circondato da questa coorte di sindacalisti e di meridionalisti.
     
      La ripercussione piú notevole di questo periodo nel campo rivoluzionario è la Settimana rossa del giugno 1914: la Romagna e le Marche sono l'epicentro della Settimana rossa. Nel campo della politica borghese la ripercussione piú notevole è il patto Gentiloni. Poiché il partito socialista, per effetto dei movimenti agrari della Valle Padana, era ritornato, dopo il 1910, alla tattica intransigente, il blocco industriale, sostenuto e rappresentato da Giolitti, perde la sua efficienza: Giolitti muta spalla al suo fucile; alla alleanza tra borghesi e operai sostituisce l'alleanza tra borghesi e cattolici, che rappresentano le masse contadine dell'Italia Settentrionale e Centrale. Per questa alleanza il partito conservatore di Sonnino viene completamente distrutto, conservando una sua piccolissima cellula solo nell'Italia meridionale, intorno ad Antonio Salandra. La guerra e il dopoguerra hanno visto svolgersi una serie di processi molecolari nella classe borghese della piú alta importanza. Salandra e Nitti furono i primi due capi di governo meridionali (per non parlare dei siciliani, naturalmente, come Crispi, che fu il piú energico rappresentante della dittatura borghese del secolo XIX) e cercarono di attuare il piano borghese industriale-agrario meridionale, nel terreno conservatore il Salandra, nel terreno democratico il Nitti (tutt'e due questi capi di governo furono aiutati solidamente dal Corriere della Sera, cioè dall'industria tessile lombarda). Già durante la guerra, il Salandra cercò di spostare a favore del Mezzogiorno le forze tecniche dell'organizzazione statale, cercò di sostituire al personale giolittiano dello Stato, un nuovo personale che incarnasse il nuovo corso politico della borghesia.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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