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      Abbiamo detto che il contadino meridionale è legato al grande proprietario terriero per il tramite dell'intellettuale. Questo tipo di organizzazione è il tipo piú diffuso in tutto il Mezzogiorno continentale e in Sicilia. Esso realizza un mostruoso blocco agrario che nel suo complesso funziona da intermediario e da sorvegliante del capitalismo settentrionale e delle grandi banche. Il suo unico scopo è di conservare lo statu quo. Nel suo interno non esiste nessuna luce intellettuale, nessun programma, nessuna spinta a miglioramenti e progressi. Se qualche idea e qualche programma è stato affermato, essi hanno avuto la loro origine fuori del Mezzogiorno, nei gruppi politici agrari conservatori, specialmente della Toscana, che nel Parlamento erano consorziati ai conservatori del blocco agrario meridionale. Il Sonnino e il Franchetti furono dei pochi borghesi intelligenti che si posero il problema meridionale come problema nazionale e tracciarono un piano di governo per la sua soluzione. Quale fu il punto di vista di Sonnino e Franchetti? La necessità di creare nell'Italia meridionale uno strato medio indipendente di carattere economico che funzionasse, come allora si diceva, da «opinione pubblica» e limitasse i crudeli arbitrii dei proprietari da una parte e moderasse l'insurrezionismo dei contadini poveri dall'altra. Sonnino e Franchetti erano rimasti spaventatissimi della popolarità che avevano nel Mezzogiorno le idee del bakunismo della prima Internazionale. Questo spavento fece loro prendere degli abbagli spesso grotteschi.


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La questione meridionale
di Antonio Gramsci
pagine 117

   





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