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      Del cinese almeno sa che č una lingua di un determinato popolo che abita in un determinato punto del globo: di queste quistioni ignora la topografia ideale e i confini che le limitano.
     
     
      Nel secondo volume delle sue Memorie (edizione francese, II, pp. 233 sgg.) W. Steed racconta come il 30 ottobre 1918, il dottor Kramár, capo del partito giovane-czeco, che era stato imprigionato e condannato a morte in Austria, si incontrň a Ginevra con Benčš. I due fecero una grande fatica a «comprendersi». Dal 1915 Benčš aveva vissuto e lavorato nei paesi dell’Intesa e si era assimilato il modo di pensare di essi, mentre Kramár, restato in Austria, aveva, nonostante tutto, ricevuto la maggior parte delle sue impressioni di guerra per il tramite della cultura e della propaganda tedesca e austriaca. «A mano a mano che la conversazione durava, Benčš comprese quale largo fossato separasse i punti di vista di guerra degli alleati e dell’Europa centrale. Mi comunicň le sue impressioni al suo ritorno a Parigi ed io compresi che se la differenza di pensiero poteva essere cosí grande tra due patrioti czechi, tanto piú grande doveva essere tra gli Alleati e i popoli germanici, cosí grande, invero, da escludere ogni possibilitŕ di intesa tra essi finché non fosse stato formulato un vocabolario o un gruppo di pensieri comuni». Perciň Steed propone a Northcliffe di trasformare l’ufficio di propaganda e di dedicarlo a questo fine: creare la possibilitŕ di far comprendere ai Tedeschi ciň che era successo e perché, in modo, per cosí dire, da «disincantare» il popolo tedesco e renderlo passibile di accettare come necessaria la pace che l’Intesa avrebbe imposto.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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