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      Si è disgregato invece per cause puramente meccaniche di diverso genere: 1) perché grandi masse, precedentemente passive sono entrate in movimento, ma in un movimento caotico e disordinato, senza direzione, cioè senza precisa volontà politica collettiva; 2) perché classi medie che nella guerra avevano avuto funzioni di comando e di responsabilità ne sono state private con la pace, restando disoccupate, proprio dopo aver fatto un apprendissaggio di comando, ecc.; 3) perché le forze antagonistiche sono risultate incapaci a organizzare a loro profitto questo disordine di fatto. Il problema era di ricostruire l’apparato egemonico di questi elementi prima passivi e apolitici, e questo non poteva avvenire senza la forza: ma questa forza non poteva essere quella «legale» ecc. Poiché in ogni Stato il complesso dei rapporti sociali era diverso, diversi dovevano essere i metodi politici di impiego della forza e la combinazione delle forze legali e illegali. Quanto piú grande è la massa di apolitici, tanto piú grande deve essere l’apporto delle forze illegali. Quanto piú grandi sono le forze politicamente organizzate e educate, tanto piú occorre «coprire» lo Stato legale, ecc.
     
     
      Un dialogo. Qualcosa c’è di mutato fondamentalmente. E si può vedere. Che cosa? Prima tutti volevano essere oratori(2) della storia, avere le parti attive, ognuno avere una parte attiva. Nessuno voleva essere «concio» della storia. Ma può ararsi senza prima ingrassare la terra? Dunque ci deve essere l’aratore e il «concio». Astrattamente tutti lo ammettevano.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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