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      Ciò che si chiamava «massa» è stata polverizzata in tanti atomi senza volontà e orientamento e una nuova «massa» si forma, anche se di volume inferiore alla prima, ma piú compatta e resistente, che ha la funzione di impedire che la primitiva massa si riformi e diventi efficiente. Tuttavia molti continuano a richiamarsi a questo fantasma del passato, lo immaginano sempre esistente, sempre fremente, ecc. Cosí il Mazzini immaginava sempre l’Italia del ’48 come un’entità permanente che occorreva solo indurre, con qualche artifizio, a ritornare in piazza ecc. L’errore è anche legato a un’assenza di «sperimentalità»: il politico realista, che conosce le difficoltà di organizzare una volontà collettiva, non è portato a credere facilmente che essa si riformi meccanicamente dopo che si è disgregata. L’ideologo, che come il cuculo ha posto le uova in un nido già preparato e non sa costruir nidi, pensa che le volontà collettive siano un dato di fatto naturalistico, che sbocciano e si sviluppano per ragioni insite nelle cose, ecc.
     
     
      [La burocrazia.] (Cfr.p. 58). Un aspetto essenziale della struttura del paese è l’importanza che nella sua composizione ha la burocrazia. Quanti sono gli impiegati dell’amministrazione statale e locale? E quale frazione della popolazione vive coi proventi degli impieghi statali e locali? È da vedere il libro del dottor Renato Spaventa, Burocrazia, ordinamenti amministrativi e fascismo, 1928, editori Treves. Egli riporta il giudizio di un «illustre economista» che diciassette anni prima, cioè quando la popolazione era sui 35 milioni, calcolava che «coloro che traggono sostentamento da un impiego pubblico, oscillano sui due milioni di persone». Pare che in essi non fossero calcolati gli impiegati degli enti locali, mentre pare fossero calcolati gli addetti alle ferrovie e alle industrie monopolizzate, che non possono calcolarsi come impiegati amministrativi, ma devono essere considerati a parte, perché, bene o male, producono beni controllabili e sono assunti per necessità industriali controllabili con esattezza.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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