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      La moneta e l’oro. La base aurea della moneta è resa necessaria dal commercio internazionale e dal fatto che esistono e operano le divisioni nazionali (ciò che porta a fatti tecnici particolari di questo campo da cui non si può prescindere: tra i fatti c’è la rapidità di circolazione che non è un piccolo fatto economico). Dato che le merci si scambiano con le merci, in tutti i campi, la quistione è se questo fatto innegabile, avvenga in breve o lungo tempo e se questa differenza di tempo abbia la sua importanza. Dato che le merci si scambiano con le merci (intesi tra le merci i servizi) è evidente l’importanza del «credito» cioè il fatto che una massa di merci o servizi fondamentali, che indicano cioè un completo ciclo commerciale, producono dei titoli di scambio e che tali titoli dovrebbero mantenersi uguali in ogni momento (di pari potere di scambio) pena l’arresto degli scambi. È vero che le merci si scambiano con le merci, ma «astrattamente», cioè gli attori dello scambio sono diversi (non c’è il «baratto» individuale, cioè, e ciò appunto accelera il movimento). Perciò se è necessario che, nell’interno di uno Stato, la moneta sia stabile, tanto piú necessario appare sia stabile la moneta che serve agli scambi internazionali, in cui «gli attori reali» scompaiono dietro il fenomeno. Quando in uno Stato la moneta varia (inflazione o deflazione), avviene una nuova stratificazione di classi nel paese stesso, ma quando varia una moneta internazionale (esempio la sterlina, e meno, il dollaro, ecc.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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