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      Sarebbe stato presente, oltre il Lisa, un certo avv. Giordano Bruno, di cui non ho mai sentito parlare, nonostante il suo tragico nome. Il Bruno avrebbe detto: «Ma, senatore, sono due uomini di grande ingegno!» ingenuamente, perché di solito «pericoloso» ha un significato strettamente «poliziesco». E il Fortunato, ridendo: «Appunto perché sono intelligenti sono pericolosi». Non so se l’aneddoto sia vero, e dato che sia vero, il Lisa l’abbia vissuto o solamente «sentito dire». Ma è verosimile e si inquadra perfettamente nel modo di pensare del Fortunato.
      Ricordare la lettera del Fortunato riportata da Prezzolini nella prima edizione del suo volume La cultura italiana, e ricordare il necrologio di Piero Gobetti scritto dall’Einaudi (e mi pare anche che il Fortunato abbia scritto qualcosa nello stesso numero unico del «Baretti»); in ogni modo il Fortunato si teneva in rapporti col Gobetti e cercava di immunizzarlo dall’influsso della gente «pericolosa».
     
     
      [«Boccche senza testa».] Nelle Satire (satira IX) l’Alfieri scrisse dei Napoletani che sono «bocche senza testa». Ma di quanta altra gente si potrebbe ciò dire, mentre non è certo si possa dire dei Napoletani.
     
     
      Phlipot. La farsa dei trois galants et Phlipot contenuta nel Recueil de farces, ecc. par Le Roux de Lincy et F. Michel (Techener, Parigi, 1837, in. 4 voll.) (nel 4º vol., n. 12). Phlipot, quando sente il «Qui vive?», risponde subito: «Je me rends!», grida successivamente: «Vive France! Vive Angleterre! Vive Bourgogne!», finché minacciato da tutte le parti, e non sapendo dove cacciarsi grida: «Evviva i piú forti!


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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