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      Omero per la Grecia, Dante per l’Italia, Cervantes per la Spagna, Camoens per il Portogallo, Shakespeare per l’Inghilterra, Goethe per la Germania. È da notare che la Francia non ha nessuna di queste grandi figure che sia rappresentativa senza discussioni, cosí non l’hanno gli Stati Uniti. Per la Russia si potrebbe parlare di Tolstoi? Per la Cina di Confucio?
      Il fatto francese è notevole perché la Francia tradizionalmente è paese unitario per eccellenza (Victor Hugo?), anche nel campo della cultura, anzi specialmente in questo. La data in cui queste figure sono apparse nella storia di ogni nazione è elemento interessante per fissare il contributo di ogni popolo alla civiltà comune e anche la «sua attualità culturale». Come «elemento ideologico» attualmente operante, riflette gloria sulla Grecia la grandezza di Omero? Gli ammiratori di Omero sono stati abituati a distinguere la Grecia antica dalla Grecia moderna.
     
      Ho accennato altrove all’importanza culturale che in ogni paese hanno avuto i grandi genî (come Shakespeare per l’Inghilterra, Dante per l’Italia, Goethe per la Germania). Di essi, che siano operanti anche oggi, o che abbiano operato fino all’avantiguerra, solo due: Shakespeare e Goethe, specialmente quest’ultimo, per la singolarità della sua figura. Si è affermato che l’ufficio di queste grandi figure è quello d’insegnare, come filosofi, quello che dobbiamo credere, come poeti, quello che dobbiamo intuire (sentire), come uomini, quello che dobbiamo fare. Ma quanti possono rientrare in questa definizione?


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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