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      Non Dante, per la sua lontananza nel tempo, e per il periodo che esprime, il passaggio del Medioevo all’età moderna. Solo Goethe è sempre di una certa attualità, perché egli esprime in forma serena e classica ciò che nel Leopardi, per esempio, è ancora torbido romanticismo: la fiducia nell’attività creatrice dell’uomo, in una natura vista non come nemica e antagonista, ma come una forza da conoscere e dominare, con l’abbandono senza rimpianto e disperazione delle «favole antiche» di cui si conserva il profumo di poesia, che le rende ancor piú morte come credenze e fedi. (È da vedere il libro di Emerson, Uomini rappresentativi e gli Eroi di Carlyle).
     
     
      Homo homini lupus. Fortuna avuta da questa espressione nella scienza politica, ma specialmente nella scienza politica dei filistei da farmacia provinciale. Pare che l’origine della formula sia da trovarsi in una piú vasta formula dovuta agli ecclesiastici medioevali, in latino grosso: Homo homini lupus, foemina foeminae lupior, sacerdos sacerdoti lupissimus.
     
     
      Ierocrazia - teocrazia. «Un governo nel quale hanno partecipazione e ingerenza legale il clero, il Papa o altre autorità ecclesiastiche», sarebbe piú propriamente ierocratico; ma può anche esserci un governo «che opera per impulsi religiosi e subordina leggi, rapporti di vita civile, costume e dettami religiosi», senza essere composto di ecclesiastici, ed è teocratico. In realtà, elementi di teocrazia sussistono in tutti gli Stati dove non esista netta e radicale separazione tra Chiesa e Stato, ma il clero eserciti funzioni pubbliche di qualsiasi genere e l’insegnamento della religione sia obbligatorio o esistano concordati.


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Passato e presente
di Antonio Gramsci
pagine 364

   





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