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      I fatti (gli eventi) sono semplicemente descritti come pure enunciazioni da catalogo, senza nessi di necessità storica. Lo stile del libro è sciatto, spesso irritante; i giudizi sono tendenziosi, talvolta pare che l’Omodeo abbia una quistione personale con certi protagonisti della storia (per esempio coi giacobini francesi). Per ciò che si riferisce alla penisola italiana, pare che l’intenzione dell’Omodeo sarebbe dovuta essere quella di mostrare che il Risorgimento è fatto essenzialmente italiano, le cui origini devono trovarsi in Italia e non solo o prevalentemente negli sviluppi europei della Rivoluzione francese e dell’invasione napoleonica. Ma questa intenzione non è attuata in altro modo che nell’iniziare la narrazione dal 1740 invece che dal 1789 o dal 1796 o dal 1815.
      Il periodo delle monarchie illuminate non è in Italia un fatto autoctono, e non è «originale» italiano il movimento di pensiero connesso (Giannone e i regalisti). La monarchia illuminata pare possa dirsi la piú importante derivazione politica dell’età del mercantilismo, che annunzia i tempi nuovi, la civiltà moderna nazionale; ma in Italia c’è stata un’età del mercantilismo come fenomeno nazionale? Il mercantilismo avrebbe, se organicamente sviluppato, rese ancora piú profonde e forse definitive, le divisioni in Stati regionali; lo stato informe e disorganico in cui le diverse parti d’Italia vennero a trovarsi dal punto di vista economico, la non formazione di forti interessi costituiti intorno a un forte sistema mercantilistico-statale, permisero o resero piú facile l’unificazione dell’età del Risorgimento.


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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