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      L’allargamento del suffragio nel 1913 aveva già suscitato i primi accenni di quel fenomeno che avrà la massima espressione nel ’19-20-21 in conseguenza dell’esperienza politico-organizzativa acquistata dalle masse contadine in guerra, cioè la rottura relativa del blocco rurale meridionale e il distacco dei contadini, guidati da una parte degli intellettuali (ufficiali in guerra), dai grandi proprietari; si ha cosí il sardismo, il partito riformista siciliano (il cosí detto gruppo parlamentare Bonomi era costituito dal Bonomi e da 22 deputati siciliani) con l’ala estrema separatista rappresentata da «Sicilia Nuova», il gruppo del «Rinnovamento» nel Mezzogiorno costituito da combattenti che tentò costituire partiti regionali d’azione sul tipo sardo (cfr. la rivista «Volontà» del Torraca, la trasformazione del «Popolo Romano», ecc.). In questo movimento l’importanza autonoma delle masse contadine è graduata dalla Sardegna al Mezzogiorno alla Sicilia, a seconda della forza organizzata, del prestigio e della pressione ideologica esercitata dai grandi proprietari, che hanno in Sicilia un massimo di organizzazione e di compattezza e hanno invece un’importanza relativamente piccola in Sardegna. Altrettanto graduata è l’indipendenza relativa dei rispettivi ceti intellettuali, naturalmente in senso inverso a quello dei proprietari. (Per intellettuali occorre intendere non solo quei ceti comunemente intesi con questa denominazione, ma in generale tutto lo strato sociale che esercita funzioni organizzative in senso lato, sia nel campo della produzione, sia in quello della cultura, e in quello politico-amministrativo: corrispondono ai sotto-ufficiali e ufficiali subalterni nell’esercito e anche in parte agli ufficiali superiori di origine subalterna). Per analizzare la funzione politico-sociale degli intellettuali occorre ricercare ed esaminare il loro atteggiamento psicologico verso le classi fondamentali che essi mettono a contatto nei diversi campi: hanno un atteggiamento «paternalistico» verso le classi strumentali? o credono di esserne una espressione organica? hanno un atteggiamento «servile» verso le classi dirigenti o si credono essi stessi dirigenti, parte integrante delle classi dirigenti?


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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