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      Confrontare G. Trombadori, Il giudizio del De Sanctis sul Guicciardini, nella «Nuova Italia» del 20 novembre 1931; scrive il Trombadori: «La legittima ammirazione che tutti tributiamo al Luzio, soprattutto per l’opera da lui svolta nel campo degli studi sul nostro Risorgimento, non deve essere scompagnata dalla conoscenza dei limiti entro cui č chiusa la sua visione della storia, che sono un moralismo piuttosto esclusivistico e quella mentalitŕ cosí schiettamente giuridica (ma č esatto dire giuridica? o non č piuttosto “giudiziaria”?) che lo ha fatto impareggiabile indagatore di carte processuali ecc.» (vedi il testo in caso di bisogno). Ma non si tratta solo di temperamento, si tratta specialmente di tendenziositŕ politica. Il Luzio potrebbe chiamarsi il Cesare Cantú del moderatismo conservatore (cfr. Croce su Cantú nella Storia della storiografia italiana nel secolo XIX). Continuo la citazione sul Luzio del Trombadori: «Sono due atteggiamenti che si integrano e si completano a vicenda, per cui qualche volta ti sembra che la sua portentosa perizia nel sottoporre all’analisi deposizioni e testimonianze e “costituti” abbia l’unico fine di liberare qualcuno dalla taccia di vigliacco o di traditore, o di ribadirgliela, di condannare o di assolvere. Cosí avviene che raramente egli si sottragga al gusto di accompagnare ai nomi di uomini che nella storia ebbero la loro parte grande o piccola, aggettivi come: vile, generoso, nobile, indegno e via dicendo». Perciň il Luzio partecipň alla polemica che si svolse negli anni scorsi sul Guicciardini, contro il giudizio del De Sanctis, naturalmente per difendere il Guicciardini, credendo che ci fosse bisogno di difenderlo, come se il De Sanctis avesse fatto una requisitoria da procuratore contro di lui e non avesse invece rappresentato un periodo della cultura italiana, quello dell’«Uomo del Guicciardini»; l’intervento del Luzio anche in questo caso non č un fatto di «temperamento» di studioso, ma un fatto politico tendenziale: in realtŕ l’«uomo del Guicciardini» č il rappresentante ideale del «moderato italiano» sia esso lombardo, toscano o piemontese tra il 1848 e il 1870 e del moderno clerico-moderato, di cui il Luzio č l’aspetto «istoriografico».


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Il Risorgimento
di Antonio Gramsci
pagine 341

   





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