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      Non un abbracciamento generale vuole quindi il Mussolini, non una fusione di tutti i partiti in un'unanimità nazionale, che allora la sua posizione sarebbe antisocialista. Egli vorrebbe che il proletariato, avendo acquistato una chiara coscienza della sua forza di classe e della sua potenzialità rivoluzionaria, e riconoscendo per il momento la propria immaturità ad assumere il timone dello Stato (a fare la [...](4) una disciplina ideale, e permettesse che nella storia fossero lasciate operare quelle forze che il proletariato, non sentendosi di sostituire, ritiene piú forti. E il sabotare una macchina (che ad un vero sabotaggio si riduce la neutralità assoluta, sabotaggio accettato del resto entusiasticamente dalla classe dirigente) non vuol certo dire che quella macchina non sia perfetta e non sia utile a qualche cosa.
      Né la posizione mussoliniana esclude (che anzi lo presuppone) che il proletariato rinunzi al suo atteggiamento antagonistico, e possa, dopo un fallimento o una dimostrata impotenza della classe dirigente, sbarazzarsi di questa e impadronirsi delle cose pubbliche, se, almeno, io ho interpretato bene le sue un po' disorganiche dichiarazioni, e le ho sviluppate secondo quella stessa linea che egli avrebbe fatto.
     
      Io non so immaginare un proletariato che sia come un meccanismo al quale nel mese di luglio sia stata data la corda con la chiavetta della neutralità assoluta, e che non possa essere nel mese di ottobre fermato senza che abbia a spezzarsi.
      Si tratta di uomini, invece, che hanno dimostrato, specialmente in questi ultimi anni, di possedere un'agilità di intelletto e una freschezza di sensibilità quale la massa borghese amorfa e menefreghista è ben lontana dal solamente fiutare.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Mussolini Stato