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      I giornali borghesi hanno insistito sul fenomeno di potenza, ci hanno detto come sia avvenuto che la potenza dell'autocrazia sia stata sostituita da un'altra potenza non ancora ben definita e che essi sperano sia la potenza borghese. E hanno subito istituito il parallelo: rivoluzione russa, rivoluzione francese, e hanno trovato che i fatti si rassomigliano. Ma č solo la superficie dei fatti che si rassomiglia, cosí come un atto di violenza rassomiglia a un altro atto di violenza, e una distruzione rassomiglia a un'altra distruzione.
      Eppure noi siamo persuasi che la rivoluzione russa č, oltre che un fatto, un atto proletario, e che essa naturalmente deve sfociare nel regime socialista. Le poche notizie veramente concrete, veramente sostanziali, non permettono una dimostrazione esauriente. Tuttavia alcuni elementi ci sono che ci permettono di arrivare a questa conclusione.
      La rivoluzione russa ha ignorato il giacobinismo. La rivoluzione ha dovuto abbattere l'autocrazia, non ha dovuto conquistare la maggioranza con la violenza. Il giacobinismo č fenomeno puramente borghese: esso caratterizza la rivoluzione borghese di Francia. La borghesia, quando ha fatto la rivoluzione, non aveva un programma universale: essa serviva degli interessi particolaristici, gli interessi della sua classe, e li serviva con la mentalitŕ chiusa e gretta di tutti quelli che tendono a dei fini particolaristici. Il fatto violento delle rivoluzioni borghesi č doppiamente violento: distrugge l'ordine vecchio, impone l'ordine nuovo.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Francia