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      E ancora una volta: la luce viene dall'oriente e irradia il vecchio mondo occidentale, che ne rimane stupito e non sa opporgli che la banale e sciocca barzelletta dei suoi pennivendoli.
      L'uomo piú libero(25)
     
      Leggo la tirata d'occasione dei giornali; spruzzatine di polvere di riso sui motivi piú abusati della polemica quotidiana. Il Momento, dopo un pesante anfanare tra il sí e il no, se ne rimette a Massimo d'Azeglio: gli uomini credono di mutare essi il mondo, e invece è Iddio che lo muta. La Gazzetta di Delfino Orsi rivoga i suoi sottilissimi argomenti da bottegaio: non tende l'uomo alla felicità? Ebbene: i neutri stanno male, soffrono piú degli italiani, il che significa che la guerra ha pure apportato una qualche felicità. Incontro un professore. È contro la guerra; non è giolittiano, non è precisamente ciò che si dice un germanofilo. La guerra ha fatto chiudere l'Istituto germanico di Roma: nell'Istituto era raccolta la piú completa collezione di materiale archeologico classico: il professore non può piú attendere alla messe di titoli per la brillante carriera, e perciò è contro la guerra. Mi dibatto fra queste tre forme di schiavitú spirituale: la mia umanità ne soffre, ne è offesa, sente una diminuzione di sé, della propria libertà. Soffrirebbe meno, se fosse sicura di aver subito un sopruso eroico, di essere stata vittima di una violenza volontaria. Si trova presa tra la flaccidità melensa dell'egoismo angusto, che si ripiega su se stesso gemendo sconsolatamente, e l'impotenza a creare ogni pensiero storico della suburra democratica e dell'anchilosi mentale cattolica.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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