Pagina (75/279)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tra la fatalità trascendente che determina la storia e spinge gli uomini, inerti batuffoli imbottiti di illusione, verso la morte, e la fatalità immanente nel regime autoritario, che scatena delle forze demoniache, incontrollabili, indisciplinabili, ormai fuori del regno della volontà, operante brutalmente su tutti, neutri e intervenuti, forti e deboli, innocenti e colpevoli; tra queste due fatalità il mio essere piú profondo, che lotta angosciosamente per sublimarsi in una libertà spirituale perfetta, per raggiungere l'adesione piú completa tra l'atto e il fatto, tra la volontà e il successo, vorrebbe divincolarsi in un canto lirico all'uomo piú libero, alla creatura meglio materiata di sostanza eterna che il nostro pensiero, il nostro operare faticoso in un mondo ottuso e inerte, viene preparando. All'uomo che ha ucciso tutte le fatalità, tutte le forze demoniache incontrollabili, e che perciò ha incominciato oggi col rinnegare la fatalità del mondo borghese, e si sforza oggi, con tutte le armi dialettiche, col sorriso, col ghigno, col sillogismo catafratto di farla rinnegare a un numero sempre maggiore di uomini. Che si sforza, con un lavorio corrodente di critica implacabile, di arrivare, attraverso la purificazione drammaticamente raggiunta col dolore, alla impassibilità stoica della coscienza universale, per giudicare gli avvenimenti con la pupilla ben aperta, col cervello slargato, contenente nel ritmo del suo pensiero gli echi della musica universale, dell'accordo polifonico, delle aspirazioni degli uomini piú liberi di tutto il mondo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279