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      L'associazione di cultura dovrebbe curare questa preparazione, dovrebbe creare queste convinzioni. Disinteressatamente, cioè senza aspettare lo stimolo dell'attualità, in essa dovrebbe discutersi tutto ciò che interessa o potrà interessare un giorno il movimento proletario.
      Inoltre, esistono dei problemi, filosofici, religiosi, morali, che l'azione politica ed economica presuppone, senza che gli organismi economici e politici possano in sede propria discuterli e propagandarne le soluzioni proprie. Essi hanno una grande importanza. Sono essi che determinano le cosí dette crisi spirituali, e ci mettono tra i piedi, ogni tanto, i cosí detti «casi». Il socialismo è una visione integrale della vita: ha una filosofia, una mistica, una morale. L'associazione sarebbe la sede propria della discussione di questi problemi, della loro chiarificazione, della loro propagazione.
      Sarebbe risolta in gran parte anche la questione degli «intellettuali». Gli intellettuali rappresentano un peso morto nel nostro movimento, perché in esso non hanno un compito specifico, adeguato alla loro capacità. Lo troverebbero, sarebbe messo alla prova il loro intellettualismo, la loro capacità di intelligenza.
      Realizzando questo istituto di cultura, i socialisti darebbero un fiero colpo alla mentalità dogmatica ed intollerante creata nel popolo italiano dalla educazione cattolica e gesuitica. Manca nel popolo italiano lo spirito di solidarietà disinteressata, l'amore per la libera discussione, il desiderio di ricercare la verità con mezzi unicamente umani, quali dà la ragione e l'intelligenza.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279