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      La «nuova generazione» si rifiuta pertanto di prendere sul serio, non la vecchia, ma la generazione definitivamente assestatasi nelle colonne della Critica critica.
      La nuova generazione pare voglia ritornare alla genuina dottrina di Marx, per la quale l'uomo e la realtą, lo strumento di lavoro e la volontą, non sono dissaldati, ma si identificano nell'atto storico. Credono, pertanto, che i canoni del materialismo storico valgano solo post factum, per studiare e comprendere gli avvenimenti del passato, e non debbano diventare ipoteca sul presente e sul futuro. Credono non gią che la guerra abbia distrutto il materialismo storico, ma solo che la guerra abbia modificato le condizioni dell'ambiente storico normale, per cui la volontą sociale, collettiva degli uomini abbia acquistato una importanza che normalmente non aveva. Queste nuove condizioni sono anch'esse fatti economici, hanno dato ai sistemi di produzione un carattere che prima non avevano: l'educazione del proletariato si č ad essi adeguata necessariamente, ed ha in Russia portato alla dittatura [diciotto righe censurate].
      La volontą, in fondo in fondo, esiste anche per Treves, ma č difensiva, non offensiva, č acquattata, non palese. Non esiste solo la cultura che avrebbe potuto far ricordare al Treves che Gio. Battista Vico ha detto prima di Marx che anche la credenza nella divina provvidenza ha operato beneficamente nella storia diventando stimolo dell'azione consapevole, e che pertanto anche la credenza nel «determinismo» potrebbe avere avuto la stessa efficacia, in Russia per Lenin, e altrove per altri.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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