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      La ricchezza che ognuno può produrre in misura superiore ai bisogni della vita immediata è della collettività, è patrimonio sociale: non è piú necessaria la commerciabilità degli strumenti di lavoro per suscitare le capacità e le iniziative, perché il lavoro è divenuto dovere morale, l'attività è gioia, non battaglia cruenta.
      L'individualismo borghese produce cosí necessariamente la tendenza al collettivismo nel proletariato. All'individuo-capitalista si contrappone l'individuo-associazione, al bottegaio la cooperativa: il sindacato diventa un individuo collettivo che svecchia la libera concorrenza, la obbliga a forme nuove di libertà e di attività. La maggioranza degli individui si organizza, sviluppa le leggi sue proprie di convivenza nuova, crea le competenze, abitua alla responsabilità, al disinteresse, all'iniziativa senza fini immediati di lucro personale. Si diffondono cosí le condizioni ideali e morali per l'avvento del collettivismo, per l'organizzazione della società; si afferma quella atmosfera morale per la quale il nuovo regime non sia il trionfo dei poltroni e degli irresponsabili, ma sicuro progresso storico, realizzazione di una vita superiore a tutte quelle passate.
      Un anno di storia(43)
     
      Un anno è trascorso, dal giorno in cui il popolo russo costringeva lo zar Nicola II ad abdicare e a prendere la via dell'esilio. La commemorazione dell'anniversario è poco lieta. Dolore, rovina, apparenza di sfacelo, controffensiva borghese con le baionette e le mitragliatrici tedesche.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





Nicola II