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      Il «simpatizzante» è egli stesso un'astrattista coi fiocchi, cioè non è un temperamento politico.
      La sua astrazione prediletta sono i «fatti». Ma esistono i fatti senza gli uomini, e i determinati fatti senza i determinati uomini, che hanno una determinata cultura, che si propongono un determinato fine? Il concretismo diviene astrattismo quando, allucinato dall'empirismo, dimentica che i fatti, in quanto attualità e non storia del passato, in quanto spinta per lo sviluppo ulteriore della loro essenza effettiva, sono sovrattutto conoscenza, giudizio, valutamento, e queste belle cose sono possibili solo se gli uomini, gli aggruppamenti si propongono un fine generale nella loro azione. La traiettoria dei fatti è la risultante obiettiva delle attività svolte dalle energie sociali costituite: lo Stato e il Partito socialista. Uno si propone un fine quantitativo (fissabile nello spazio e nel tempo) e opera attraverso i suoi organi, dall'esercito alla magistratura, ai quotidiani. L'altro si propone anch'esso un fine quantitativo, ma non come immediato, e ottiene immediatamente dei parziali successi qualitativi: trasforma il costume, chiarifica idee, fa conoscere le energie reali operanti, suscitando, organizzando energie ancora passive, da cui scaturirà l'ordine nuovo attraverso il quale il fine ultimo sarà realizzato.
      Concretismo assoluto, perché non si illude che la legge abbia valore senza il controllo intelligente dei rappresentanti, che l'idea sia storia senza la forza organizzata.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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