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      La classe, come fatto economico, si afforza all'infuori delle volontà individuali: essa nasce da una fonte naturale, che è il regime borghese, che è il sistema di produzione a salario, basato sulla libera concorrenza. Ma la forza della classe, in quanto fatto economico, in quanto effetto di una causa obiettiva, non è un valore politico. Perché tale diventi bisogna che questa forza si organizzi, si disciplini in vista di un fine politico da raggiungere. Il Partito socialista rappresenta l'organo di conquista di questo fine, l'elaboratore delle forme e dei modi attraverso i quali la classe conquisterà la vittoria. Perché il partito sia, tale, perché esso operi veramente e trasformi e organizzi le forze sociali, è necessario che sia tutt'uno con la classe economica, che attinga solo alle energie e alla potenza della classe economica. Perché esso ampli la sfera della sua azione, diventi elemento d'ordine del caos ancora esistente — poiché l'evoluzione economica non è ancora arrivata al suo culmine, e l'umanità non è nettamente e coscientemente divisa in due classi — è necessario che il partito tenga distinta la sua individualità finalistica, che sempre, anche nelle questioni in apparenza trascurabili, metta in rilievo la sua personalità inconfondibile. Solo cosí organizzerà intorno a sé le forze classiste che disordinatamente il regime ha prodotto e continua a produrre senza posa.
      L'intransigenza è perciò anche una necessità democratica. La chiarezza sola, la sola azione rettilinea può essere seguita e giudicata dalla grande massa che costituisce la classe già organizzata o ancora in tumultuosa formazione.


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Scritti politici
Prima parte
di Antonio Gramsci
pagine 279

   





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